Sono passati 12 anni da quel 29 luglio 2013, giorno del sequestro di padre Paolo Dall’Oglio. Il gesuita romano, ospite a Molte Fedi nel 2009, aveva rifondato all’inizio degli anni Novanta la comunità monastica cattolico-siriaca di Mar Musa, centro di riferimento per il dialogo interreligioso. Oggi il monastero è ancora attivo e a guidare i sei monaci – quattro uomini e due donne – è l'abate, padre Jihad Youssef. Con una missione: mostrare alla Siria e al mondo che la convivialità delle differenze è ancora possibile.
Il Premio Costruttori di Ponti 2025 sarà dunque conferito alla comunità di Mar Musa in memoria di padre Paolo dall’Oglio. La testimonianza di padre Jihad e un videomessaggio da parte della famiglia Dall’Oglio saranno l’occasione per raccogliere la profezia di futuro di padre Paolo e raccontare le sfide future del monastero e del popolo siriano.
Padre Jihad Youssef è monaco della Comunità del Khali, nel Monastero di Mar Musa di Nebek, in Siria. È impegnato nella promozione del confronto interreligioso tra cristiani e musulmani.