רוּחַ
La Gerusalemme Interiore. Una Cantata Ebraica
“Le montagne furono sacre un tempo, ma non oggi. Gerusalemme per sopravvivere in queste pianure di morte deve diventare interiore, deve diventare midollo”.
In direzione ostinata ed ebraica
Come Giona, Fuoco nero su Fuoco bianco, Il latte nero dell'alba, Dia de Shabat, Maltamé: sono solo alcune delle tante canzoni scritte da Michele Gazich, dal 2008 ad oggi, strettamente legate a tematiche ebraiche. Costituiscono un corpus di più di trenta composizioni in parole e musica: un percorso unico nella canzone d'autore.
Una Cantata Ebraica: perché?
Cantata Ebraica: accostamento inedito di nome e aggettivo, callida iunctura! Quando si pensa alla cantata viene in mente innanzitutto Bach, che ne scrisse più di cento e meravigliose, in larga prevalenza di argomento sacro. Gazich fa indossare alle sue canzoni i vestiti delle cantate bachiane: si ascolteranno infatti voci soliste, duetti, armonizzazioni corali, recitativi. Dice l’autore: “Ho voluto smaccatamente ebraicizzare un genere cristiano, protestante. Ne restano le caratteristiche formali, ma i contenuti sono ebraici”.
I musicisti
Michele Gazich: voce principale, violino, viola, percussioni psicoacustiche
Giovanna Famulari: voce, violoncello, melodica
Marco Lamberti: voce, chitarre, bouzouki
Michele Gazich è musicista, poeta, produttore artistico, compositore, scrittore di canzoni. Opera professionalmente nel mondo della musica dall’inizio degli anni ovanta: tour in Italia, Europa e USA, collaborazioni con cantautori italiani, europei e singer-songwriter statunitensi (Michelle Shocked, Mary Gauthier, Eric Andersen e Mark Olson); orchestre; spettacoli teatrali; performances di poeti; colonne sonore cinematografiche; università e conservatori italiani ed esteri. Michele Gazich, ad oggi, ha collaborato a più di cinquanta album e ne ha pubblicati dieci a suo nome. Una dimensione di nomadismo artistico e di ricerca costante, che è diventata esistenziale.
Ultimi album:
Una storia di mare e di sangue (2014): presentato in occasione del Giorno della Memoria presso il Senato Spagnolo.
La via del Sale (2016): finalista Premio Tenco.
Rifles & Rosary Beads, con Mary Gauthier (2018): vincitore Americana UK Award; nomination Grammy Award.
Temuto come grido, atteso come canto (2018), scritto a Venezia presso l’isola di San Servolo nell’ambito del progetto “Waterlines” dell’Università di Venezia e presentato a Palazzo Marino, sede del comune di Milano.
Argon (2021) presentato presso l’Auditorium del Vittoriale a Gardone Riviera (BS), al Festival Internazionale Folkest e al Ghetto Ebraico di Venezia in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.
Domani si vive e si muore (2023) presentato al Polo del Novecento di Torino.