Da grande sarò: i sogni degli alunni della prima media di Valbrembo

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Con lo sguardo proiettato nel futuro, educare significa accogliere i desideri e le provocazioni dei più piccoli.
Significa ascoltare e dare spazio di racconto, proprio come hanno fatto Claudia, Margherita ed Elena, ai loro sogni o, ancora, pensare a contesti inclusivi di formazione fin dalla prima infanzia, come la curiosa esperienza dell’ “asilo nel bosco”.
In questa sezione il fare scuola si declina in un’attenzione fuori dagli schemi, in una proposta educativa originale che si lascia contagiare e coinvolgere dall’entusiasmo dei sogni infantili.

Di / Claudia Norbis, Margherita Basanisi, Elena Sarzilla

Sogni e aspirazioni degli alunni della prima media di Valbrembo

Abbiamo chiesto ad alcuni alunni della prima media di Valbrembo di raccontarci cosa vorrebbero fare da grandi: “Io vorrei diventare…”.
C’è chi sogna di essere come il proprio idolo e chi, invece, desidera seguire le orme di mamma e papà.
I ragazzi di oggi sognano in grande e noi adulti abbiamo il dovere di far loro credere che tutto sia possibile, con impegno e costanza; non solo, il nostro compito è quello di aiutarli a raggiungere davvero il loro sogno.
C’è chi desidera diventare un veterinario, chi vorrebbe diventare famoso, suonare e fare un concerto, studiare, scoprire la propria strada
per dimostrarsi utile.
I ragazzi di oggi hanno la sfida di farsi spazio in un mondo dove le differenze culturali devono essere fonte ricchezza e non di difficoltà.

La sensibilizzazione circa la multiculturalità nel mondo del lavoro è fondamentale perchè non accadano più episodi come il “caso Hillary Sedu”. 
Il giovane avvocato italiano di origine nigeriana, mentre esercita la sua professione, si sente chiedere da un giudice onorario:“Ma tu sei laureato?”.
La domanda, posta ancor prima che potesse iniziare il proprio turno di discussione nel corso della causa, fa emergere quello che il dott. Sedu stesso definisce un “retropensiero duro a morire”.
“Da grande sarò…” riparte dall’inizio, dal sogno, che dovrebbe costruirsi in un contesto in cui ogni bambino, nella peculiarità del suo percorso di vita, delle sue origini e radici, possa crescere sentendo di aver intorno a sé una rete di supporto e accoglienza.



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