Rivedi il secondo appuntamento di FINISTERRAE

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Giovedì 27 maggio si è tenuto il secondo appuntamento di Finisterrae, il nuovo appuntamento mensile di Molte fedi sotto lo stesso cielo che, in 60 minuti, interpella alcune voci autorevoli per parlare di contesti geopolitici e sociali dimenticati.

Dopo il primo dialogo che ha visto al centro la terra dello Yemen, il gruppo di lavoro propone un viaggio in Afghanistan per ricostruire il cammino che ha portato una confederazione tribale, collocata in un’area povera di risorse naturali e priva di sbocchi al mare, a trasformarsi in uno Stato situato al centro dello scacchiere geopolitico mondiale.

Afghanistan. Il grande gioco. 
Nel corso dell’Ottocento, l’Afghanistan è coinvolto in quello che veniva chiamato The Great Game, Il grande gioco, termine usato per definire la contrapposizione strategica tra Gran Bretagna e Russia che in quegli anni vedevano completata la loro espansione in Asia centrale. Oggi quali giochi avvengono ancora in queste terre? Quali le prospettive? Quali i retaggi di una storia così profonda e complessa?

Con noi Walimohammad Atai, 25 anni, autore di Ho rifiutato il paradiso per non uccidere in cui racconta le vicende che lo hanno portato ad opporsi all'arruolamento talebano per il diritto all'istruzione, ed Elisa Giunchi, collaboratrice ISPI e docente UniMi di storia e istituzioni dell'Asia e dei paesi islamici, che ha recentemente pubblicato Il pashtun armato. La diffusione di armi da fuoco in Afghanistan.


«Finisterrae nasce da una percezione e una sensibilità di questi ultimi mesi – dichiara Daniele Rocchetti, ideatore della rassegna culturale –. Il mondo si è fatto sempre più piccolo: grazie ai media il mondo bussa alla porta di casa. La pandemia ancora in corso ha accentuato questo processo, rischiando di ridurre ulteriormente la visione su quanto ci circonda. Eppure molte sono le zone d’ombra, lasciate ai margini degli interessi globali. Ne sono un esempio alcune emergenze attuali, tra cui la situazione dei migranti in Bosnia e il conflitto nello Yemen. Con alcuni giovani ci è sembrato opportuno offrire uno spazio di discussione ed affidarlo esclusivamente a loro: giovani, per parlare ai giovani del mondo che cambia. Si sono conosciuti davanti ad uno schermo, ma è subito piaciuta loro l’idea di ragionare su ciò che succede nel mondo, sotto la guida di Francesco Mazzucotelli, docente di Storia della Turchia e del Vicino Oriente presso l’Università di Pavia. Con un’attenzione: il mondo visto dalla parte degli ultimi. Per custodire l’indignazione verso le ingiustizie e alimentare un dialogo serio iniziando a costruire un futuro meno diseguale».  


Tutti le dirette sono visibili sulla pagina Facebook e sul canale YouTube delle Acli di Bergamo e di Molte Fedi sotto lo stesso cielo