«Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c'è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c'era nulla».
È questa la promessa di futuro raccontata da Jean Giono ne «L’uomo che piantava gli alberi», racconto allegorico del 1953 che descrive l'azione rivoluzionaria di un pastore solitario e tranquillo che, mentre in Europa imperversa la Seconda Guerra Mondiale, pianta querce. La vicenda di un uomo del suo tempo, che lavora per costruire un futuro migliore e che ci parla in maniera dolce e allo stesso tempo decisa al nostro presente. Che ci interroga e ci presenta un’impresa di pace, solitaria e al contempo profondamente collettiva, che avrebbe cambiato la faccia della sua terra e la vita delle generazioni future.
Le immagini del reading di martedì 10 ottobre alle ore 20.45 presso la Basilica di Santa Maria Maggiore con Lella Costa e con gli intermezzi musicali di Gianluigi Trovesi.















