Babel: itinerari urbani

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Ecco a voi il nuovo numero di Babel!

Il n. 7 di Babel sarà una rivista-mappa della città che vuole proporre degli itinerari a partire dagli intrecci delle storie delle persone.

Ci sarà uno speciale a tema dedicato al Migrantour, un percorso a tappe per la città organizzato da Ruah, che vede il coinvolgimento di guide immigrate a Bg che raccontano i luoghi attraverso il loro sguardo. Babel intervisterà alcune di loro chiedendo di scegliere il loro “luogo del cuore” e proponendo una cartina con tracciati i vari percorsi.

Un altro articolo, invece, racconterà un’esperienza inserita in un progetto di teatro nel quartiere di Loreto: un luogo che nella sua storia ha conosciuto partenze e ritorni. Con un occhio ai viaggi passati ed uno ai viaggiatori presenti.

Il percorso proseguirà in sella alle biciclette dei riders, “invisibili” che seguendo sui loro cellulari la mappa della città ogni giorno ne percorrono le vie.

Ancora, si parlerà di viaggi negati, della realtà del carcere, così come di quei tragici viaggi di cui non si sente più parlare, ma che continuano a interrompersi nei nostri mari.

Una particolare attenzione, infine, verrà dedicata, con la leggerezza che caratterizza Babel, ai rifugiati ucraini. La sezione scuola e quella Mondi a tavola tratterà rispettivamente del loro inserimento nelle classi e di alcune ricette di cibi tradizionali…


Nella giornata del 18 giugno, alle ore 17:00, si terrà la presentazione al pubblico del nuovo numero. Appuntamento presso lo Spazio Polaresco, in occasione della giornata dedicata alla presentazione delle realtà sportive bergamasche: vi aspettiamo numerosi!

INNO ALLA VITA
Editoriale di Marco Pacati 


Ci siamo lasciati con l’ultimo numero di Babel in un clima di turbamento e smarrimento, frastornati dalla pandemia e dalla sensazione di fragilità che il virus ha insinuato nelle nostre anime, oltre che nei nostri polmoni… ma anche con la speranza che la forza dell’umanità avrebbe vinto il morbo, sul piano clinico, ma soprattutto su quello psicologico e sociale.

 

La voglia di vivere che caratterizza ogni numero di Babel emergeva ancora più forte, più determinata e tenace. E ci ritroviamo in questo numero nuovamente sconvolti da una prospettiva storica che speravamo confinata nella memoria: la GUERRA! 

 

[..] BABEL vuole contrapporre a queste pericolose derive ciniche e disfattiste le esperienze vitali e dinamiche dell’accoglienza, della condivisione, dell’integrazione: ma ha senso parlare di cucina ucraina, mentre le case dove si cucinava per i propri cari sono distrutte? Ha senso organizzare un festival di film sull’integrazione*, e incontrare quotidianamente fuori dal cinema o dalla chiesa, o dai bar, extracomunitari costretti a mendicare sfruttando il nostro senso di colpa? Ha senso una rivista piena di colore, di giovinezza, di vita, di speranza in mezzo ai marosi della cinica speculazione del potere e delle logiche economiche di morte?

 

Crediamo di sì, ha senso, anzi ha ancora più senso ora: perché l’unico messaggio che BABEL vuole pro porre e che nella sua apparente semplicità vanifica ogni altra logica è che il rispetto della VITA viene prima di tutto: della vita di tutti, non solo di qualcuno, e che la vita non è fatta di gesti eroici e di affermazioni di principio, pur nobili, a volta, ma dei gesti quotidiani di ciascuno, dal più semplice e umile al più glorioso e degno di memoria… 

 

Viaggiando tra le pagine di BABEL troverete la vita che pulsa nel Ramadan, che brilla nelle stelle, se sappiamo guardare in alto, che nasce e cresce nella semplicità dei bambini a scuola, nella sofferenza del carcere o dei lavori più umili e sfruttati… Babel vi invita a leggere non per distrarvi o dimenticare, ma per valorizzare e apprezzare l’unicità e la preziosità della vita. Buona lettura!

 

*A Bergamo nel mese di maggio sono stati proiettati i film della sedicesima edizione dell’IFF (Integrazione Film Festival).