Il futuro secondo Jozef De Kesel
di don Matteo Cella da Sant'Alessandro
Non dobbiamo piangere per la condizione della chiesa di oggi ma accogliere il kairos”. Viviamo in mondo pluralista che ci invita ad avere rispetto dell’altro: la fine del cristianesimo come cultura dominante in occidente è la fine di un modello che ha governato per secoli ma non coincide con la fine del cristianesimo. Quella alla quale eravamo abituati non è la condizione normale o necessaria per l’esistenza della Chiesa: oggi il cristianesimo deve trovare un altro modo di esistere, accogliendo la sfida della solidarietà con l’umanità. In estrema sintesi questi sono i grandi temi che il cardinal Jozef De Kesel ha consegnato ai credenti attraverso la pubblicazione del volume Cristiani in un mondo che non lo è più (Libreria Editrice Vaticana 2023) e che ha voluto discutere con il pubblico di Molte Fedi sotto lo stesso cielo martedì 29 ottobre 2024 presso la chiesa di San Bartolomeo a Bergamo.
Il cardinale di Bruxelles
Jozef De Kesel è stato creato cardinale nel 2016 da Papa Francesco. Nel corso del suo lungo ministero è stato docente di teologia dogmatica e fondamentale prima, vicario generale e della pastorale della diocesi Malines-Bruxelles di cui diventerà vescovo nel 2015 dopo aver ricoperto l’incarico di vescovo di Bruges in un momento particolarmente critico per quella chiesa in seguito a una serie di scandali causati dai comportamenti del clero.
Le riflessioni del cardinale sono figlie di una lunga esperienza di studio e di pastorale in un tempo di grandi cambiamenti e di sfide per la chiesa europea: la secolarizzazione, la stagione delle inchieste sui preti-pedofili, la marginalizzazione del fenomeno religioso nella vita pubblica.
Questi processi, sostiene De Kesel, sono accaduti in Belgio prima che in altre regioni dell’Europa ma ora coinvolgono tutto l’occidente: il cristianesimo, sottolinea, non può che fare i conti con la realtà poiché è chiamato ad essere declinato ‘al presente’.