di Vincenzo Guercio da L'Eco di Bergamo
Ci sarà ancora democrazia? La democrazia versa in stato di «affaticamento»? Regimi «ibridi», democrature, democrazie autoritarie, sono destinate a conquistare ancora più campo? Dopo le serate dedicate all’Africa e ad India/Pakistan, venerdì sera «Molte fedi sotto lo stesso cielo» ha spostato l’obiettivo sull’Europa, con l’eurodeputato, già direttore di «Avvenire», Marco Tarquinio, in un’aula magna dell’Università di Bergamo piena di pubblico.
«La democrazia è in crisi da quando esiste: è un progetto, un cantiere aperto, per la democrazia la crisi è un fatto fisiologico. Il problema di oggi è che il deficit democratico è cosa più seria del solito», sostiene, dopo la breve introduzione di Francesco Mazzucotelli, coordinatore di Molte fedi, Franco Cattaneo, già vicedirettore de «L’Eco di Bergamo», cui è affidata la conduzione della serata.
Sintomo più evidente la «militarizzazione delle crisi internazionali». «Nazionalpopulismo, sovranismo ci introducono in una fase di transizione, che alcuni chiamano “postdemocrazia”. Uno scivolamento verso un sistema che accetta il meccanismo delle elezioni ma, una volta al potere, estremizza il principio del comando».
Le democrazie illiberali, «alla Orbán», che hanno con la democrazia rapporto «più occasionale che esistenziale».