Chiara Lubich, la storia e il carisma

Condividi su

di Luigino Bruni
martedì 05 gennaio 2020 
Vita.it


Per tutta la notte tra il 3 e il 4 gennaio sono stato accompagnato da sogni su Chiara e Trento, dove le immagini del film e quelle della mia realtà si intrecciavano, al punto da non poterle distinguere. Ho conosciuto Chiara quando avevo 15 anni, e non è più uscita dalla mia vita, dandole un’impronta decisiva e indelebile.

Quando ormai mesi fa seppi che la Rai stava realizzando una fiction su Chiara Lubich, provai un sentimento misto. Da una parte mi faceva piacere che il grande pubblico in Italia conoscesse la figura di Chiara, ancora troppo ignorata dal Paese dove è nata e vissuta. Dall’altra avevo il timore che tra la Chiara della fiction e quella reale si venisse a creare un gap troppo ampio, che avrebbe finito per nuocere alla comprensione della fondatrice dei Focolari.

Dopo aver visto il film ieri sera questo secondo sentimento è svanito, ed è rimasta solo una bella sensazione, accompagnata da una gratitudine per chi ha voluto e realizzato il film.

Non è facile raccontare la genesi di un carisma, tanto più se quel carisma è ancora abbastanza vicino a noi, se ha una forte dimensione spirituale, e se presenta tratti di innovazione che a distanza di quasi ottant’anni dall’inizio sono ancora in buona parte da esplorare. L’esperienza di Chiara e delle sue prime compagne è infatti una delle esperienze spirituali più innovative e ricche della storia della Chiesa, ma anche tra le più intime e difficili da raccontare. Nasce da e tra ragazze trentine degli anni quaranta e di quelle ragazze ha tutto il pudore, la modestia, la purezza, il riserbo, quella tipica bellezza.

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO