Intervista a Godeliève Mukasarasi, sopravvissuta al genocidio ruandese e attivista per la pace

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Martedì 12 novembre alle 20:45 Molte Fedi avrà l’occasione di ospitare, all'interno dell’evento “Ruanda. Trent’anni dal genocidio”, Godeliève Mukasarasisopravvissuta al massacro fratricida operato da milizie paramilitari Hutu sui Tutsi nell'aprile 1994. Godeliève, seppur Hutu, venne perseguitata in quanto madre e moglie di Tutsi; il marito e la figlia, già vittima della violenza Hutu, furono invece assassinati due anni dopo affinché non potessero testimoniare al processo contro uno dei responsabili dell'eccidio.

 

Leggi l'intervista a Mukasarasi da l'Eco di Bergamo di lunedì 11/11/24


La sua storia, seppur drammatica e dolorosa, è anche una storia di pieno attivismo per la ricucitura del tessuto sociale ruandese: immediatamente dopo il genocidio, Godeliève Mukasarasi ha infatti fondato SEVOTA, una rete di associazioni tutt'ora impegnate per sostenere gli orfani, le vedove e le donne vittime di violenza e per promuovere la creazione di spazi protetti, gruppi di mutuo aiuto e percorsi di riconciliazione e di pace tra Hutu e Tutsi.
Per il suo operato e il suo fondamentale contributo all'ottenimento della prima condanna al mondo per genocidio, arrivata nel 1998, ha ricevuto lo Human Rights International Award nel 2011 e l’International Women of Courage Award nel 2018. A luglio di quest'anno ha anche inaugurato il primo Giardino dei Giusti nell'Africa sub-sahariana, la cui costruzione è stata proprio promossa da SEVOTA.

Nell'incontro di martedì 12 novembre, Godeliève Mukasarasi non ricorderà, però, solo le violenze di un non lontano passato, ma si soffermerà, anche e soprattutto, sui successivi sforzi per rimarginare le ferite della società ruandese.