“In che misura la coscienza di sapersi limitato e mortale influenza le modalità stesse dell’abitare umano?”. Silvano Petrosino s’interroga sulle alternative morali e di scelta che l’uomo affronta quotidianamente di fronte alla complessa realtà del limite. Che lo si consideri una delimitazione in grado di determinare e dare confini all’io, una limitazione che l’alterità ci rivela non senza una dolorosa coloritura o, infine, una cessazione che non può prescindere dal mistero della morte, il limite avvolge e coinvolge l’uomo profondamente. La prospettiva, come ci ricorda il libro della Sapienza è bifronte: vivere il limite senza trasformare quest’esperienza in una giustificazione per compire il male, oppure allontanarsi dalla giustizia. La presenza stessa del giusto e del suo concreto operare, però, è una pietra d’inciampo per la giustificante pretesa logica del male per cui se tutto è nulla, anche il male è niente. La grande sfida per l’uomo, allora, diventa comprendere il limite come una condizione di vita, dalla potente forza creativa, e non come una obiezione nei suoi confronti.
Silvano Petrosino
Filosofo, professore ordinario presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove insegna Teorie della Comunicazione e Antropologia religiosa e media. E’ internazionalmente noto come attento interprete dell'opera di E. Lévinas e J. Derrida. Oggetto dei suoi studi sono la natura del segno, il rapporto tra la parola e l’immagine, il tema dello sguardo e l'interpretazione dei tratti distintivi del logos biblico.