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Nando Pagnoncelli, noto sondaggista di Ipsos, in questo dialogo-intervista, risponde alle domande di Valeria Di Gaetano, ripercorrendo la sua vicenda umana e professionale. Dopo le prime ricerche di mercato, Nando diventa direttore di un’azienda di sondaggi nel periodo in cui lo strumento del sondaggio inizia a essere impiegato dalla politica, dalla misurazione del consenso a quella dell’impatto di azioni specifiche, fino ai primi exit polls. Nella sua analisi Nando sottolinea come il sondaggio permetta una conoscenza più profonda dei grandi fenomeni sociali dei nostri giorni - dall’economia alle migrazioni alla politica appunto – e come, per questa ragione, possa connettersi anche a un’importante dimensione valoriale. Definito da Giorgio Visentini un “giovane cattolico attivo nel volontariato, a volte un po’ talebano”, Nando in queste pagine indaga tale etica del sondaggio attraverso la sua personale e biografica prospettiva.
NANDO PAGNONCELLI
Nando Pagnoncelli, nato a Bergamo (1959), dopo la laurea in Scienze politiche, inizia l’attività di ricercatore in Abacus. Nel 2004 fonda Ipsos Public Affairs, la divisione di ricerca dedicata alle analisi sociali e di opinione, di cui dal 2006 è presidente e AD. È consigliere di amministrazione della Fondazione Pubblicità Progresso e membro del comitato scientifico di Comieco, di Symbola, della rivista «ComPol» (Comunicazione Politica) e della Fondazione ANDISU (Associazione nazionale degli Organismi per il Diritto allo Studio Universitario). Sondaggista di riferimento della trasmissione DiMartedì di Giovanni Floris cura, ogni settimana, per il «Corriere della Sera» la rubrica Scenari.
Leggi l'introduzione di Daniele Rocchetti https://www.aclibergamo.it/images/pdf/nando-pagnoncelli-def-5-9.pdf